![](https://fotoreportando.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/06/20240616-img_0027-modifica.jpg?w=1024)
Aggiungere. O forse togliere. Oggi mi trovo ad un crocevia. E mi eccita.
Di certo avviene ora e non é stato prima. E un po’ ci rido. Perché é sempre stato presente in me. Prendete la mia foto “street photography” più conosciuta:
![](https://fotoreportando.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/06/237971384_4194664223952621_3813838363017636570_n.jpg?w=500)
Ecco… non é un caso che la mia foto street sia essenzialmente un ritratto.
Io sono un ritrattista, se qualcuno avesse ancora dubbi. Ritrattista perfino in strada, nel casuale ed effimero.
E dunque oggi che sono piú conosciuto per la street photography, vi rivelo un sogno che ho e che sono determinato a compiere: diventare piú conosciuto per i ritratti.
Scrissi qui, proprio su fotoreportando, rispetto ad una foto di Efremi Raimondi:
Una fotografia che non chiede svolazzi autoriali ma piuttosto ci richiama alla normalità, allo scatto fatto mentre scorre vita. Ed è questa l’intimità più bella tra fotografo e fotografata. Un mettersi in gioco nel pieno di uno scatto realizzato senza set, senza chissà che luci e controllo delle stesse.
E allora si ti esponi, come fotografo che è prima di tutto persona. Come se la fotografia non è un atto da realizzare in un intermezzo di tempo ma è il tempo stesso, quello della vita che si produce giorno dopo giorno, ora dopo ora ora, minuto dopo minuto, istante.
Istante dichiarato nel tempo dello scatto, a suggerire immortalità e al tempo stesso precaria esistenza, fragilità dell’esistere.
Di cosciente ingenuità si parlava. Di quella cara a me.Del flusso di coscienza che non è esclusiva del fotografo di strada, anzi…
Sono qui e domani dove sarò, l’intenzione c’è. Mi sto muovendo.