Il ritratto, come rivelazione di me stesso

Efrem Raimondi come guida e faro. E mentre oggi assisto a tanti che, complice una grande perdita come quella di Elliott Erwitt, ci fanno sapere quanto sia importante l’ironia in fotografia, io preferisco ribadire che la fotografia è una questione seria.

Ad esempio include il mettersi in gioco, rivelare parti di noi stessi dolorose, cedere alla fotocamera per entrare in una vera e propria autoanalisi che se fortunati diventa catarsi, altrimenti può diventare anche l’opposto: aprire ferite e riempirle di sale.

Se dico che credo più a Nan Goldin sono bastardo? O vi rovino il vostro giochino?

Poi un conto è l’ironia, e un’altra cosa sono barzellette di cattivo gusto. E spesso, troppo spesso negli ultimi anni, devo dire che o vedo imitatori che replicano la foto del cane sovrapposto ad un umano di Erwitt mila volte, come se ne avessimo bisogno, o scenette di dubbio gusto che trovano corrispettivo cinematografico in Alvaro Vitali.

Ecco perchè Efrem Raimondi rimane il faro. Ecco perchè, dopotutto, RIP a tutti i maestri, ma anche RIP a certi buontemponi che pensano che la fotografia sia una sorta di barzelletta.

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